sabato 13 marzo 2010

Motociclismo

...ovvero l'eccezione al nerdismo estremo.

Sino a qualche anno fa avevo un SUV, tutti gli optional da vero geek,ovvero: lettore mp3 da flashcard e usb. attacco iphone, netbook disassemblato e rimontato sulla plancia che faceva da computer di bordo etc... L'acquisto del SUV fù, come tutti i miei acquisti,  una spesa compulsiva dettata da vari fattori, in primis "IL CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO" seguito dal fatto che vivevo fuori città e che non avevo più la tessera per i viaggi gratis in treno (un giorno vi racconto anche questa storia), pertanto avevo bisogno di un mezzo "comodo".
Come è giusto che sia le cose cambiano, mi trasferisco in città, vado a vivere da solo, aumentano le spese, insomma le solite cose che succedono quando (purtroppo) ci si trova nella situazione di dover crescere; decido di vendere il mio mammuth per restare a piedi, o meglio, in bicicletta e (che ve lo dico a fare) mi compro una super mountainbike in lega con tutti gli optional, kit per monitorare le calorie bruciate, contachilometri e quantaltro.
La mia vita di pedone e ciclista ebbe un inizio meraviglioso, ero libero! libero dalle assicurazioni, libero dai semafori e dal codice della strada, libero dal "cercare parcheggio". era fantastico (è fantastico!).
Purtroppo, nella mia anarchica testa di cazzo, il fatto di essere considerato un freakettone in bicicletta non scendeva, inoltre la mia indole basata sul tutto e subito faceva si che i lenti tragitti in bici mi snervavano, oppure (per renderli meno lenti) capitava spesso, per esempio, che il tragitto da casa a lavoro fatto a 60km/h in bici, faceva si che giungessi praticamente inzuppato di sudore, quindi arrivato in azienda, prima di iniziare le mie attività quotidiane ero costretto a passare da casa con l'auto aziendale e cambiarmi.
Accertato che la bici non facesse per me, almeno per quanto concerne la mobilità urbana (fuoristrada invece... ma questa è un'altra storia; la racconto un'altra volta) la scelta del mezzo ideale era semplice: una moto! (anche con questa ho avuto negli anni passati  un rapporto intenso... ma in modo diverso).
Ok! compro un vespone 150 anni '80. il mezzo ideale per la città, e poi fa figo! perchè non è un banale scooter, è una vespa! Quando, girovagando per i concessionari (e internet ovviamente) scopro la LML Star, ovvero una perfetta riproduzione della Vespa del 87, prodotta ancora oggi in India, è una vespa VERA ma con le modifiche al motore, al sistema frenante e tutte quelle triccheballacche che la rendono una moto attuale.. acquistabile con meno di 3000 euro... bene, e mia!!!
Quando si tratta di spendere più di 200 euro la mia incautezza negli acquisti è inversamente proporzionale all'ammontare della spesa, percui, la vedo, torno a casa, me la studio su internet, e ne sono sempre più convinto, ancora oggi sono convinto del fatto che se vuoi una vespa, è giusto che tu compri una Star; ma la mia riflessione fù quella che con 3000 euro avrei potuto comprarmi una moto vera, di quelle con le marce a pedale.. di quelle VELOOCI! quindi accantono momentaneamente l'idea del acquisto della FANTASTICA Star per dedicarmi alla ricerca di quella che sarebbe diventata di li a breve uno dei più grandi amori della mia vita.
La ricerca non fu  pernulla estenuante, entrato in un concessionario, la vidi ci guardammo e il legame che si creò immediatamente fu simile a quello tra un Na'vi e un Banshee (o Ikran come dicono i Na'vi), era lei! era la mia moto. BMW f650cs Scarver!
Fu davvero amore a prima vista. non è stato un acquisto compulsivo; sono fermamente convinto che mai nessuna "cosa" possa darti emozioni così forti come riesce a darti una moto, come riesce a darti LA TUA MOTO. Il pensiero prima di salire sopra di lei era quello di voler apportare modifiche, montarci accessori renderla a misura di geek, ma questo pensiero passa subito, lei è così. è bella nuda. le sei sopra, la stingi con le gambe e col corpo, la cavalchi e lei risponde violenta, non serve nient'altro, soltanto tu e lei ad amoreggiare pubblicamente per strada, davanti a tutti o in sterrati isolati. l'importante è che siamo soli io e lei, qualche volta non si disdegna qualche orgia fuori mano con qualche amico e la sua compagna a due ruote. ma non serve altro, non servono preservativi. è sesso sicuro con lei. non servono attrezzi o accessori geek, non serve neanche l'ipod, la musica del suo motore quando strilla è sufficiente. E' amore! "chi non ci è dentro, non puo' capire"! Vado a prenderla!


Poesia del motociclista
Una volta, qualche anno fa,il papa di uno di noi
Che ora non c’è più, il papa di un Angelo
Con il #24 sul cupolino ci ha definiti cosi:
“Mi avevano tanto parlato di voi
ma a dire il vero non lo avevo mai ascoltato
più di tanto, ma essendo un gran “capoccione”
me li ha voluti far conoscere uno ad uno,
questi ragazzi da abbracciare e baciare come figli
propri, immersi in quelle loro tute di pelle,
con i loro caschi sgargianti, tutti veri DURI!
Gente che su strada non abbassa mai lo sguardo
Ma provate ad alzare loro quelle visiere scure
Da marziani e troverete occhi splendidi,
puliti, gonfi di quelle lacrime vere
in cui puoi annegare ed arrivare fino infondo
alla loro anima per vedere com’è candida
Provate poi a togliergli quelle tute
e troverete al loro interno dei bambinoni
innamorati della vita, dei week-end
a bistecche e salsicce, ma ancora tanto bisognosi
di un padre o di una madre che li prenda
per mano quando la sorte inizia a giocare duro”
si dice che
ogni volta che saliamo in sella ai nostri destrieri
insieme a noi salgano pure Angeli e Diavoli
è vero! Rappresentano quel dualismo
che rende questo modo di vivere cosi
denso di emozioni che a volte il cuore pare
voler saltare via dal petto
e mettersi a correre,
ad urlare
Diavoli che girano quel polso
In maniera a volte così irrazionale e violenta
Che lo schizzo di adrenalina ti arriva
Diritto al cervello senza passare dal via,
lasciandoti i tremori per lunghissimi
interminabili minuti,
e Angeli che portano il volto e la voce
di chi non è più con noi,
dei nostri affetti,
delle nostre paure ed esperienze
costruite sulle nostre ossa rotte
Si, è vero, in moto si muore, capita
Può capitare ad ognuno di noi e ci si fa male
Tanto male, ma quanta vita si trasforma
In ricordi bellissimi
In attimi eterni,
in risate fragorose da far tornare il sole
anche in una fredda e piovosa
giornata di novembre?

Parlate con ognuno di Noi
E fatevi raccontare un giro,
un aneddoto,
una curva e perdetevi in quello sguardo
che comincia a scintillare,
nelle risate,
nel sorriso che, spontaneo,
stira gli angoli del viso e distende la fronte
Parlate con ognuno di noi
E chiedetegli cosa sarebbe lui
Se un giorno dovesse rinunciare a questa passione
E preparatevi a sentire l’urlo del silenzio,
a vedere quello sguardo di bimbo
diventare lo sguardo di un marinaio
costretto a vivere a terra con il mare in vista
o di un pilota che guarda
il cielo ancorato a terra

in moto si muore, è vero
ma non esiste modo migliore per vivere
il tempo che ci è concesso
e se ancora non lo avete capito
beh, lasciate perdere, non lo capirete mai

Ma se un domani,
andando al mare con la vostra famiglia
automobilisticamente corretta,
dovesse sopraggiungere uno di Noi
e vedreste vostro figlio girarsi di scatto e salutare sbracciando come un pazzo,
rinunciate a capire anche lui
Lui che nella sua innocenza
Vede in Noi quella scintilla
Che voi non siete stati capaci di scorgere
E se vedrete il motociclista ricambiare il saluto
Beh,non c’è nulla di strano sapete?
Tra Angeli in terra ci si saluta sempre

Ma questo, chi ha perso le ali, non lo ricorda!

Motociclisti strana, meravigliosa gente!

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